Per far scattare il ruolo di organizzatore, nell'ambito di un'associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, non basta che il soggetto si occupi e gestisca il traffico della droga, prendendo contatti con venditori e acquirenti, ma serve un compito di coordinamento dell'attività degli associati. La Corte di cassazione , con la sentenza 380240 di ieri, accoglie il ricorso dei due imputati, condannati per il traffico di stupefacenti messo in atto da un'associazione criminale, per la parte in cui negavano di avere all'interno del “sodalizio” il ruolo di organizzatori. Una posizione, data per certa dalla corte d'appello, in virtù della quale i due avevano avuto un aumento considerevole di pena. La Corte territoriale aveva desunto il ruolo di organizzatori da un preminente ruolo direttivo. I giudici avevano però trascurato che la direzione organizzativa dell'associazione si trovava in Nigeria e che gli associati che operavano in Italia, eseguivano le direttive che arrivavano dal paese africano. La Suprema corte chiarisce che il ruolo di organizzatore non può essere contestato solo perché il soggetto gestisce il traffico della droga prendendo contatti con i venditori e con gli acquirenti. Se così fosse – sottolinea la Cassazione - tutti i soggetti dediti allo spaccio in forma organizzata dovrebbero essere considerati “organizzatori”. In realtà ciò che caratterizza il ruolo, e giustifica il ben più grave trattamento sanzionatorio rispetto al semplice partecipante, “è l'assunzione di un compito di coordinamento dell'attività degli associati, tale da assicurare la piena funzionalità dell'organismo criminale, attraverso una continua assistenza per l'intera durata dell'associazione”. Sebbene – conclude la Suprema corte – non sia richiesto “che il ruolo organizzativo risalga da un momento cronologico che coincida con la formazione della stessa associazione e debba ammettersi la possibilità di interscambiabilità tra gli associati, tuttavia l'organizzatore deve essere un soggetto molto vicino al vertice dell'associazione, quindi a chi la dirige”.
fonte: Cassa Forense - Dat Avvocato
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giovedì 9 agosto 2018
Traffico di stupefacenti: è organizzatore dell’associazione solo chi coordina
Lo Studio Legale Mancino si occupa di tutte le fasi dell'assistenza legale in sede penale, sia per la difesa delle persone sottoposte a procedimento, sia per la tutela delle vittime di reato come parti civili. Lo Studio opera anche in tutti gli ambiti del diritto civile, dalla contrattualistica, al diritto di famiglia, separazioni e divorzi, successioni, diritti reali, assicurazioni e responsabilità civile, diritto bancario, nonché nel settore del diritto fallimentare e delle altre procedure concorsuali. L'Avv. Emiliano Mancino è abilitato alla difesa di fronte alla Corte di Cassazione. E' iscritto alle liste per il patrocinio a spese dello Stato. Lo Studio è a disposizione dei Colleghi che hanno necessità di collaborazione e/o di domiciliazione per tutti gli uffici giudiziari compresi nelle circoscrizioni dei Tribunali di Ferrara e Bologna.
Dal 2018 l’Avv. Emiliano Mancino aderisce al progetto Difesa Legittima Sicura, una rete di professionisti sul territorio nazionale che dà tutela legale a chiunque sia vittima di violenza.
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