L’autista coinvolto in un grave incidente stradale dovrà prontamente collaborare con gli organi di polizia esibendo cellulari, tablet e ogni altro dispositivo reperibile nell’abitacolo per consentire nell’immediatezza di verificare eventuali interferenze con la condotta di guida. E per chi si rifiuta o nasconderà il telefonino scatterà la perquisizione personale con il sequestro dell’apparato. Lo ha chiarito la Procura di Pordenone con la direttiva n. 4414 del 26 giugno 2018 indirizzata agli operatori di polizia giudiziaria.
Distrazioni tecnologiche. La progressione tecnologica dei dispositivi mobili e delle dotazioni di bordo dei veicoli impone un continuo aggiornamento della pratica operativa adottata dagli operatori di polizia giudiziaria che nell’immediatezza intervengono per i rilievi conseguenti ad un sinistro stradale. In particolare con esito mortale o con feriti gravi.
Per questo motivo la Procura generale di Trieste ha stimolato le singole procure all’emanazione di indicazioni condivise valide per l’intero territorio regionale. Le distrazioni tecnologiche più frequenti, specifica la nota, sono rappresentate dall’uso dei telefonini per chattare, inviare sms, utilizzare la rubrica telefonica, impostare il navigatore ecc.. In questi casi il conducente perde il controllo visivo del veicolo e può provocare incidenti anche molto gravi. Per questo motivo è estremamente importante che gli organi di vigilanza pongano la massima attenzione su questi dispositivi e su tutte le ulteriori dotazioni di bordo del veicolo come telecamere e scatole nere. «Gli elementi cognitivi dipenderanno dalla tecnologia forense applicabile, dalla diligenza e dalle conoscenze specifiche degli operatori di PG e dal grado di tecnologia presente nei citati dispositivi».
Accertamenti urgenti. In caso di sinistro mortale o con lesioni gravissime andranno quindi attivati immediatamente accertamenti urgenti sui luoghi, sulle cose e sulle persone, specifica la direttiva, ai sensi dell’art. 354 c.p.p.. In particolare la polizia giudiziaria dovrà verificare l’orario esatto dell’incidente ed elencare tutti i dispositivi elettronici presenti sul veicolo, il loro stato unitamente al recupero dei codici di sblocco. Il dispositivo in uso all’eventuale persona deceduta dovrà sempre essere sequestrato prestando attenzione a non spegnerlo.
Per le persone ferite andrà richiesto il consenso degli interessati mentre i dispositivi di bordo andranno sequestrati assieme al veicolo. Particolare attenzione andrà riposta nel controllo dei dispositivi mobili in dotazione al conducente. Se l’autista presterà il consenso l’apparato andrà consultato in loco con informazione sulla facoltà di fare presenziare un avvocato o persona di fiducia purchè prontamente reperibile.
Nel verbale si darà atto di tutto quanto, ovvero se sono presenti messaggi o chat aperte e coincidenti con il momento del sinistro. Se dall’esame del dispositivo non emerge alcun elemento che sostenga l’utilizzo del supporto al momento del sinistro l’apparecchio verrà consegnato al proprietario. Diversamente si procederà al sequestro del cellulare, per quanto di competenza.
Nell’ipotesi in cui l’autista non risulti collaborativo la polizia potrà procedere alla perquisizione in flagranza con successivo sequestro del dispositivo per i successivi accertamenti tecnici di cui all’art. 360 c.p.p..
Se le condizioni lo suggeriscono la polizia giudiziaria potrà limitarsi a richiedere all’autista il numero dell’utenza per poi richiedere alla procura l’acquisizione del tabulato telefonico.
La direttiva specifica che tutti i dispositivi che non possono essere esaminati immediatamente con il consenso dell’interessato devono essere sequestrati ed esaminati successivamente con la complessa procedura prevista per gli accertamenti tecnici irripetibili. E’ evidente che spetterà agli organi di polizia potenziare la loro abilità investigativa in relazione ai mutati scenari tecnologici in continua evoluzione, conclude l’interessante documento.
Fonte: www.dirittoegiustizia.it/Chat e sms al volante: accertamenti della Polizia in caso di incidente - La Stampa
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mercoledì 4 luglio 2018
Chat e sms al volante: accertamenti della Polizia in caso di incidente
Lo Studio Legale Mancino si occupa di tutte le fasi dell'assistenza legale in sede penale, sia per la difesa delle persone sottoposte a procedimento, sia per la tutela delle vittime di reato come parti civili. Lo Studio opera anche in tutti gli ambiti del diritto civile, dalla contrattualistica, al diritto di famiglia, separazioni e divorzi, successioni, diritti reali, assicurazioni e responsabilità civile, diritto bancario, nonché nel settore del diritto fallimentare e delle altre procedure concorsuali. L'Avv. Emiliano Mancino è abilitato alla difesa di fronte alla Corte di Cassazione. E' iscritto alle liste per il patrocinio a spese dello Stato. Lo Studio è a disposizione dei Colleghi che hanno necessità di collaborazione e/o di domiciliazione per tutti gli uffici giudiziari compresi nelle circoscrizioni dei Tribunali di Ferrara e Bologna.
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