giovedì 26 maggio 2016

Messaggi d’amore e foto su Facebook, ma per l’amante: il social network inchioda il marito

«È stato l’elemento centrale, quello decisivo», riconosce Gianluca Panetti, 43 anni, avvocato di Roma. E non avrebbe potuto essere altrimenti… un uomo che declama pubblicamente, su Facebook, il proprio amore per una donna – che non è la moglie! – è la prova più comoda da utilizzare in un caso di separazione.
Difatti, nella vicenda presa in esame dai giudici del Tribunale di Roma, proprio le esternazioni del marito sul social network – con foto annesse – sono state valutate come inequivocabili: logico, per i magistrati, attribuire all’uomo ogni responsabilità per la rottura della coppia.
Evidente il fatto che il rapporto è «entrato in crisi» a causa del «tradimento» da parte del marito, «reso pubblico sul social network». E a colpire negativamente i giudici sono state anche «le modalità con cui è stata coltivata la relazione extraconiugale», modalità che «hanno leso la dignità e l’onore» della moglie.
Confessione online. Tanti, e tutti rilevanti, gli elementi a disposizione di Panetti, legale della donna. Elementi che, come detto, hanno convinto i giudici: «È stata accolta la nostra versione, centrata sulla confessione del tradimento da parte dell’uomo».
In questa ottica, però, è stato importante, riconosce l’avvocato, il peso dato ai messaggi e alle foto disponibili su Facebook, ritenuti espressivi di «un atteggiamento denigratorio e offensivo nei confronti della moglie». E su questo fronte un ruolo di rilievo lo hanno avuto alcune amiche della donna, che le hanno segnalato le ‘stranezze’ del marito sul web.
Difficile, per il marito, riuscire ad uscire indenne dalla vicenda. Anche se, va aggiunto, quello in Tribunale è stato solo il primo round… Tra qualche mese, difatti, ci sarà un nuovo confronto giudiziario in Appello.
Con quali prospettive? La moglie punta a vedere confermato l’addebito della separazione al marito. Quest’ultimo, invece, tenterà di dimostrare che, in realtà, messaggi e foto su Facebook erano solo la testimonianza di una amicizia, di un rapporto profondo ma privo di connotazioni fisiche e sessuali.
Nessun tradimento, quindi, sosterrà l’uomo in Appello. Ma dovrà fare i conti con le prove fornite dal mondo virtuale di Facebook…
Virtuale e reale. E proprio questo elemento, ossia la vita che ognuno di noi ha sui social network, sembra destinato ad avere sempre maggiori ripercussioni nel mondo reale, nei rapporti tra le persone, e finanche nelle aule dei Tribunali.
Esemplare, come detto, il peso avuto da foto e messaggi on line su una coppia solida – almeno in apparenza –, con vent’anni di matrimonio alle spalle e impegnata come tante coppie a fronteggiare i problemi della vita quotidiana e a conservare il proprio equilibrio.
“Per me è stata la prima volta”. Così l’avvocato Panetti spiega di aver dovuto confrontarsi con una situazione professionale mai affrontata: il web come ufficializzazione della crisi nella coppia.
L’impressione, però, è che casi simili siano destinati a proporsi sempre più numerosi negli anni a venire. E in questa ottica colpisce “l’uso eccessivo, smodato, disinvolto dei social network, che a volte si trasforma quasi in un delirio di onnipotenza”, sostiene Panetti.
Ma tutto ciò che è postato on line, bisogna ricordarlo, è destinato ad avere ripercussioni, prima o poi, nella vita reale.

Fonte: www.dirittoegiustizia.it/Messaggi d’amore e foto su Facebook, ma per l’amante: il social network inchioda il marito - La Stampa

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