«Un figlio gay? Lo brucerei nel forno». È la frase che sarebbe stata pronunciata dal consigliere regionale della Liguria, Giovanni De Paoli, davanti ad alcuni componenti dell’Agedo, Associazione genitori omosessuali. Parole dure, smentite da De Paoli, per le quali l’esponente della Lega Nord è stato iscritto dalla Procura di Genova nel registro degli indagati per diffamazione aggravata. Una decisione storica. Perché non era mai successo che un politico venisse indagato per una frase omofoba. «La Procura ha ritenuto estendibile a questo caso la cosiddetta “legge Mancino”, che punisce solo l’odio razziale, e di cui da 10 si chiede l’estensione anche ai reati spinti da odio omofobo», spiega l’avvocato di «GayLex» Cathy La Torre, che ha presentato l’esposto insieme a Michele Giarratano e al Comitato per gli Immigrati e contro ogni forma di discriminazione. Raggiunto al telefono De Paoli ha risposto così: «Non sono tranquillo, sono tranquillissimo». Il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti lo difende: «Indagato non vuol dire certo colpevole. Restiamo comunque perplessi per gli strascichi di una vicenda che speravamo fosse chiusa».
Un esposto contro Adinolfi
La decisione della Procura rischia ora di aprire una enorme vaso di Pandora. «Creando un precedente e aprendo la strada al altri esposti nei confronti di politici per affermazioni omofobe», continua La Torre. «Già da domani presenteremo un esposto contro Mario Adinolfi. Politici e rappresentanti delle istituzioni credono che offendere e istigare all’odio contro gay, lesbiche e trans, in assenza di una legge, sia tutto sommato permesso. Ancora una volta la magistratura ha dimostrato di essere più avanti della politica».
La legge Scalfarotto ferma in Senato da 2 anni
La proposta di legge contro l’omofobia, firmata dall’attuale sottosegretario Ivan Scalfarotto, c’è. Ma, dopo avere ricevuto il primo via libera alla Camera, è ferma in commissione giustizia al Senato dal 2013. Prevede appunto di estendere la legge Mancino alle discriminazione di genere. Punendo con la reclusione fino a un anno e 6 mesi chiunque «inciti o commetta atti di discriminazione per motivi razziali, etnici, religioni o motivati dall’identità sessuale della vittima». E da 6 mesi a 4 anni chi commette o provoca atti di violenza per gli stessi motivi. In più introduce l’aggravante specifica dell’identità di genere e dell’orientamento sessuale.
fonte: www.corriere.it/Disse: «Brucerei un figlio gay» Ora il consigliere leghista ligure è il primo indagato per omofobia - Corriere.it
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giovedì 10 marzo 2016
«Brucerei un figlio gay nel forno»: è il primo indagato per omofobia

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