Confermata la sanzione nei confronti dell’uomo: 258 euro di multa. Alla donna 500 euro come risarcimento. Inequivocabile il gesto compiuto, consistito nello spingere con forza l’insegnante in aula. È questo il verdetto emesso dalla Corte di Cassazione che, con la sentenza n. 4272, depositata lo scorso 2 febbraio, ha condannato l’uomo al reato di percosse.
Violenza. Già il giudice di pace non aveva avuto alcun dubbio: l’uomo va sanzionato per avere praticamente obbligato l’insegnante – una donna – ad entrare in classe.
Pena fissata in «258 euro di multa». E alla persona offesa, costituitasi «parte civile», viene riconosciuto un «risarcimento del danno», quantificato in «500 euro».
Secondo il Procuratore Generale della Corte d’appello, però, è erronea la «qualificazione giuridica» della condotta tenuta dall’uomo. Illogico parlare di semplici «percosse», molto più sensato contestare il reato di «violenza privata».
Tale obiezione, però, si rivela fragile.
Per i Giudici della Cassazione, difatti, è chiara la lettura della vicenda. L’uomo ha «costretto l’insegnante, con una spinta, ad entrare in aula». E quella azione è valutabile come «percosse». Ciò perché «anche la spinta, concretandosi in una energia fisica esercitata con violenza e direttamente sulla persona, integra il percuotere».
Confermata, quindi, e definitiva, la condanna già inflitta dal giudice di pace.
Fonte: www.dirittoegiustizia.it /Spinge la maestra e la obbliga ad entrare in classe: condannato per percosse - La Stampa
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mercoledì 3 febbraio 2016
Spinge la maestra e la obbliga ad entrare in classe: condannato per percosse

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