Per capire cosa sia il canone Rai, bisogna fare un balzo indietro fino al 1938, anno in cui risale il R.D.L. n. 246/1938, convertito dalla legge 4 giugno 1938, n. 880. “Chiunque detenga uno o più apparecchi atti od adattabili alla ricezione delle radioaudizioni è obbligato al pagamento del canone di abbonamento”, recitava l’incipit dell’art. 1. Insomma, già al tempo di Vittorio Emanuele III re d’Italia e imperatore d’Etiopia si parlava di canone televisivo. La tassa forse più odiata – ed evasa – dagli italiani è stata più volte messa in discussione dai Governi, senza per altro essere cancellata.
Fino ad oggi. Perché, come è noto, la Stabilità per il 2016 introdurrà una vera e rivoluzione in materia. Il canone “sparirà” e “ricomparirà” in bolletta nella misura di 100 euro, contro i 113 attuali. La proposta non è stata bocciata da palazzo Madama, e veleggia verso l’approvazione del Parlamento. La grande novità introdotta dalla Stabilità 2016 è dunque l’introduzione del vincolo tra il canone e la fornitura di energia elettrica: “La detenzione o l’utilizzo di un apparecchio si presumono altresì nel caso in cui esista una utenza per la fornitura di energia elettrica nel luogo in cui un soggetto ha la sua residenza anagrafica”. E, prosegue il DdL: “Il canone di abbonamento è, in ogni caso, dovuto una sola volta in relazione agli apparecchi di cui al primo comma detenuti o utilizzati, nei luoghi adibiti a propria residenza o dimora, dallo stesso soggetto e dai soggetti appartenenti alla stessa famiglia anagrafica, come individuata dall’art. 4 del regolamento di cui al D.P.R. 30 maggio 1989, n. 223”.
Ciò detto, il Senato ha aggiunto la rateizzazione del pagamento: saranno dieci rate mensili, addebitate sulle fatture emesse dall’impresa elettrica. “Le rate, ai fini dell’inserimento in fattura, s’intendono scadute il primo giorno di ciascuno dei mesi da gennaio ad ottobre. L’importo delle rate è oggetto di distinta indicazione nel contesto della fattura emessa dall’impresa elettrica e non è imponibile ai fini fiscali”. La parte più controversa di tutta questa norma, che “nasconderà” il canone nella bolletta, è certamente la presunzione di possesso; presunzione che potrà essere superata con una dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà, da parte di coloro che affermeranno di non possedere alcun apparecchio televisivo; tenendo presente, però, che una falsa dichiarazione sfocerà nel penale: “Allo scopo di superare le presunzioni di cui ai precedenti periodi, a decorrere dall’anno 2016, non è ammessa alcuna dichiarazione diversa da quelle rilasciate ai sensi del testo unico di cui al D.P.R. 28 dicembre 2000, n. 445, la cui mendacia comporta gli effetti, anche penali, di cui all’art. 76 del medesimo decreto, da presentare all’Agenzia delle entrate competente per territorio”.
Fonte: www.fiscopiu.it/Canone RAI in bolletta, si paga in dieci rate - La Stampa
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venerdì 27 novembre 2015
Canone RAI in bolletta, si paga in dieci rate
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