I genitori sono chiamati a pagare i danni causati dai figli anche se i ragazzi sono prossimi alla maggiore età. Lo ha evidenziato la Cassazione, spiegando che il compito di «impartire insegnamenti adeguati e sufficienti ad affrontare correttamente la vita di relazione deve essere assolto con maggiore rigore proprio in ragione dei tempi in cui avviene l’emancipazione dal controllo diretto dei genitori». In particolare, la Suprema Corte si è occupata del caso di una sedicenne della capitale che ben 11 anni fa aveva attraversato il passaggio pedonale di piazzale Flaminio con il semaforo rosso per i pedoni mentre arrivava, con direzione Muro Torto, il centauro Stefano B..
Se il Tribunale aveva dichiarato l’esclusiva responsabilità della sedicenne nell’incidente avvenuto il 30 ottobre del 2003, condannando la ragazza e i genitori a risarcire i danni al motociclista, la Corte d’appello della capitale aveva deciso per un concorso di colpe ritenendo però di liberare da responsabilità i genitori della minorenne, Gabriele e Giuliana D.M., sulla base del fatto che a sedici anni era da presupporre una «consapevolezza più che adeguata di circolare da sola» e che la violazione commessa dalla ragazza non potesse essere imputata ad una cattiva educazione di mamma e papà. Tanto più, è stato il ragionamento dei giudici di merito nel 2011, che l’attraversamento col rosso poteva essere giustificato da una difficoltà occasionale «come la pioggia, il ritardo a scuola o altro che non era riuscita a controllare». Contro questa decisione, il motociclista Stefano B. ha fatto ricorso in Cassazione, sostenendo, tra l’altro, che la corte d’appello ha motivato «in maniera incongrua allorché ha escluso la responsabilità dei genitori» cui spetta l’educazione. Piazza Cavour ha accolto la tesi difensiva e, allineandosi ad una precedente pronuncia, ha ricordato che «la responsabilità dei genitori per i fatti illeciti commessi dal minore con loro convivente, prevista dall’art. 2048 c.c., è correlata ai doveri inderogabili posti a loro carico dall’art. 147 c.c. e alla conseguente necessità di una costante opera educativa, finalizzata a correggere comportamenti non corretti e a realizzare una personalità equilibrata, consapevole della relazionalità della propria esistenza e della protezione della propria ed altrui persona da ogni accadimento consapevolmente illecito».
In definitiva, i genitori, ha detto la Cassazione, possono liberarsi da ogni responsabilità soltanto se dimostrano, fatti concreti alla mano, di non avere avuto una colpa nell’educare il loro figlio, anche se ormai è prossimo alla maggiore età. D’altra parte, ha osservato ancora la Terza sezione civile presieduta da Giuseppe Maria Berruti, «se è vero che oggi è sempre più anticipato il momento in cui i minori si allontanano dalla sorveglianza diretta dei genitori, vanno a scuola da soli e se un quattordicenne può anche girare in motorino, è pur vero che l’obbligo di vigilanza dei genitori non può certo essere annullato, ma assume, piuttosto, contorni diversi». Dice a questo proposito la Cassazione che «il compito di impartire insegnamenti adeguati deve essere assolto anche con maggior rigore proprio in ragione dei tempi in cui avviene l’emancipazione dal controllo diretto dei genitori». Perciò, se anche sulla soglia dei 18 anni un ragazzo dimostra di non conoscere le regole della strada e del comune vivere civile, i genitori sono tenuti a pagare i danni causati dal figlio. Sarà ora la Corte d’appello di Roma a valutare (dopo oltre undici anni!) se dai genitori della ragazza oggi 27enne è stata «assolta la prova liberatoria» di averla educata bene.
(Fonte: Adnkronos) /La Stampa - Genitori paghino per i danni dei figli anche se quasi maggiorenni
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giovedì 27 febbraio 2014
Genitori paghino per i danni dei figli anche se quasi maggiorenni
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