sabato 24 agosto 2013

Dal 1° gennaio 2014 il POS sarà obbligatorio anche per gli avvocati

Dal 1° gennaio 2014 il POS sarà obbligatorio anche per gli avvocati

Con la pubblicazione in G.U. del D.L. 179/2012 ( cd. <decreto sviluppo bis>, “Ulteriori misure urgenti per la crescita del Paese”), i professionisti, e dunque anche gli avvocati, avranno l’obbligo verso i loro clienti di consentire il pagamento delle prestazioni professionali tramite i POS (point of sale), ossia quei dispositivi, già utilizzati presso gli esercizi commerciali, che consentono di accettare pagamenti tramite carte di credito, di debito e prepagate. Il POS, com'è noto, è collegato con il centro di elaborazione della banca che offre il servizio e consente di autorizzare ed effettuare contestualmente in tempo reale l’addebito sul conto corrente del soggetto abilitato e l'accredito sul conto dell'esercente, in questo caso il legale.

La novità è stata introdotta, si diceva, con il Decreto Sviluppo bis, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 294 del 18 dicembre 2012 , convertito nella legge n. 221 del 17 dicembre 2012, e va di fatto ad integrare il d.lgs 231/2007 che introdusse a suo tempo il divieto di trasferire denaro contante o titoli al portatore per somme maggiori o uguali a 1.000 euro.

Il provvedimento si compone di 39 articoli ed un allegato, e detta in generale norme per l’agenda digitale del Paese (pubblica amministrazione, cultura, istruzione, giustizia e sanità), con altre novità di rilievo, quali l’istituzione dell'indice nazionale degli indirizzi di posta elettronica certificata (INI-PEC), in virtù del quale ogni cittadino potrà eleggere il proprio indirizzo di posta elettronica certificata come domicilio fiscale che, una volta comunicato alla PA, costituirà per questa luogo di invio di tutte le comunicazioni dirette all’interessato, ed altri adempimenti in materia di PEC e notifiche telematiche.

Con l’introduzione dell’obbligo del POS anche negli studi professionali il legislatore prosegue nella sua politica di favorire i pagamenti in moneta elettronica ed escludere progressivamente quelli per contanti al fine di arginare ulteriormente l’evasione fiscale.

A partire dal primo gennaio 2014, una data ormai non troppo lontana, i professionisti non potranno pertanto rifiutarsi di accettare dal cliente il pagamento delle proprie parcelle tramite moneta elettronica, ossia carte di credito e bancomat. I particolari operativi legati all'entrata in vigore della normativa non sono ancora noti, affidati probabilmente ad un decreto interministeriale che chiarirà modalità, termini di pagamento e che soprattutto indicherà gli importi minimi non soggetti all'uso del POS.

La misura antielusiva, seppur motivata da sani principi, giunge in un momento di grande difficoltà economica per l’avvocatura italiana, i cui redditi, come abbiamo già avuto modo di sottolineare, sono scesi del 20% nel corso del 2011, con un ulteriore peggioramento previsto per il 2012 in conseguenza dell’introduzione dei parametri e dei nuovi aumenti dei contributi unificati.

Per quanto consta, poi, l’obbligo di munirsi del POS, comporterà inevitabilmente qualche ulteriore onere sia per l’utilizzo dell’hardware che per gli addebiti degli istituti di credito sulle operazioni commerciali. C’è da sperare che gli organismi dell’avvocatura sappiano questa volta attivarsi con anticipo rispetto alla data stabilita al fine di stabilire convenzioni con gli istituti di credito onde evitare che proprio il disinteresse non vada ad incentivare atteggiamenti speculativi che è facile fin d‘ora prevedere.

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