giovedì 20 novembre 2014

“Prima il dovere, poi il piacere”: i genitori lo insegnano ai figli, ma la regola vale anche per loro

L’affidamento esclusivo è una soluzione eccezionale, consentita soltanto se il comportamento di un genitore contrasta con l’interesse del minore. Lo stabilisce la Cassazione nell’ordinanza 19386/14.

Il caso

La Corte d’appello dispone l’affidamento di una minore in via esclusiva al padre, con la possibilità per la madre di vederla secondo tempi e modalità da concordare con l’uomo. La donna fa ricorso. I giudici di legittimità riconoscono che l’affidamento esclusivo è una soluzione eccezionale, consentita soltanto nel caso in cui il comportamento di un genitore si ponga in contrasto con l’interesse del minore. Tuttavia, questa è proprio la situazione del caso, in cui la donna si era disinteressata totalmente della figlia, lasciando l’accudimento al padre e trasferendosi in un’altra città. Inoltre, dopo aver condotto la figlia con sé in un’altra città dal suo nuovo compagno, l’aveva restituita al padre, per poi riprenderla nuovamente e tornare, infine, nella città di origine per dissapori con il nuovo compagno. La Cassazione, rigettando il ricorso, ritiene che l’affidamento esclusivo sia l’unico mezzo per assicurare la stabilità necessaria alla bambina.

Fonte: www.dirittoegiustizia.it /La Stampa - “Prima il dovere, poi il piacere”: i genitori lo insegnano ai figli, ma la regola vale anche per loro

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