Ieri la sentenza del Tribunale nei confronti uno straniero di 32 anni. Al termine dell’udienza la vittima, ora maggiorenne, ha pianto. É stata riconosciuta una provvisionale di cinquantamila euro.
Pochi minuti dopo avere ascoltato la sentenza di condanna a dieci anni di reclusione per l’uomo finito a processo dopo averlo violentato, lui, la giovane vittima, è corso fuori dall’auto della Corte di Assise, in lacrime e ha abbracciato un’amica che lo stava aspettando. Una liberazione , otto anni dopo quella notte da incubo a Ferrara. La sentenza di condanna per Bruno Minutie, cittadino bulgaro di 32 anni, già detenuto per altro reato è stata letta ieri pochi minuti prima delle 13, dal presidente del Collegio, giudice Piera Tassoni. Oltre gli anni di reclusione – un anno in più di quelli che erano stati chiesti dal pubblico ministero Andrea Maggioni – sono state comminate pene accessorie, come l’interdizione perpetua dai pubblici uffici e il divieto di avvicinarsi ai luoghi frequentati dai minori. Oltre al risarcimento dei danni, da calcolare in separata sede, ma intanto riconosciuta una provvisionale di cinquantamila euro. Si è chiusa così la vicenda giudiziaria di primo grado che ruota attorno all’abuso sessuale subìto dal giovane, all’epoca minorenne, che aveva cercato e trovato un passaggio sulla piattaforma online, ’Blablacar’.
La storia. All’epoca dei fatti, era gennaio 2016, la vittima aveva quindici anni e fu agganciata dall’imputato, che gli offrì un passaggio tramite la piattaforma ‘Blablacar’. E poi, una volta in auto insieme, lo straniero ha abusato sessualmente di lui. Girando anche un video che poi gli è servito per ricattare il giovane. Costringendolo a inviare sempre nuovi video dal contenuto hard. Una spirale dalla quale la vittima ha avuto la forza di uscire sporgendo denuncia, alcuni anni dopo. Non solo. Nel corso del processo che si è chiuso ieri, il giovane stuprato (assistito dall’avvocato Emiliano Mancino) ha dovuto ripercorrere quella sera, raccontandone i passaggi al Collegio. Che a prenderlo con l’auto era arrivato l’imputato e che poi, una volta insieme, lo avrebbe violenta sul sedile posteriore della vettura, dopo averlo legato con un laccio da scarpe. Finita la violenza, sarebbero iniziati i ricatti.
Il testimone. Nell’udienza precedente aveva testimoniato un detenuto, un ex compagno di cella del trentaduenne. "Abbiamo condiviso tre mesi – ha raccontato al Collegio giudicante – da aprile a giugno scorsi nel carcere di Belluno. Ho all’inizio detto che lo avrei aiutato, ma gli ho chiesto di raccontarmi dettagli, altrimenti non avrei potuto farlo". Dettagli che poi il detenuto, per "senso di giustizia e per alcuni comportamenti ricevuti" ha invece utilizzato contro di lui. Frammenti di che cosa sarebbe accaduto ben otto anni e mezzo fa. "L’imputato mi ha spiegato - ha proseguito l’ex compagno di cella – del rapporto sessuale e ha aggiunto ’A quel f..... sicuramente è pure piaciuto’. E poi continuava a chiedere se una volta cancellato un account si riesce a risalire a chi lo ha attivato". Esprimo grande soddisfazione per l’entità della pena inflitta. Soddisfazione non solo professionale ma anche umana – ha commentato l’avvocato Mancino – perché so quanto ha sofferto il mio assistito in questi anni. Finalmente può lasciarsi questa brutta storia alle spalle".
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