sabato 7 novembre 2015

Ospitato a casa da un’italiana, illogico parlare di radicamento nel nostro Paese

Ospite fisso, da diversi mesi, di una cittadina italiana. Elemento, questo, poco rilevante, e certo non sufficiente a ritenere concreto il «radicamento» nella Penisola di uno straniero, originario della Repubblica Ceca. Legittima, quindi, la consegna dell’uomo all’autorità giudiziaria del Paese natio, che ha emesso un «mandato d’arresto europeo» ad hoc (Cassazione, sentenza 41517/15).

Dato di fatto è la «condanna definitiva», alla pena di diciotto mesi di reclusione, dello straniero presente in Italia, ritenuto responsabile, nel suo Paese d’origine, dei reati di «furto e danneggiamento». Consequenziale è il «mandato d’arresto europeo» emesso dall’«autorità giudiziaria» della Repubblica Ceca. Richiesta accoglibile, sanciscono i giudici d’appello. Ciò rende inevitabile la «consegna» dell’uomo alle autorità ceche. Pronta l’obiezione del legale dello straniero, poggiata sul «radicamento» in Italia dell’uomo, il quale «dimora a Roma» da tempo.

A demolire questa visione, però, è sufficiente il richiamo ad una «informativa dei Carabinieri» da cui emerge che l’uomo «è soggetto privo di fissa dimora e da circa otto mesi è ospite a Roma» di una donna italiana, «sua presunta convivente». Per i Giudici di Cassazione la documentazione disponibile è di facile lettura: non vi sono i presupposti per parlare di «radicamento in Italia». Anche perché la presenza dell’uomo a Roma è «estemporanea», e non caratterizzata da «apprezzabile continuità temporale e stabilità». Tutto ciò legittima, ovviamente, la «consegna» dell’uomo alla Repubblica Ceca.

Fonte: www.dirittoegiustizia.it /Ospitato a casa da un’italiana, illogico parlare di radicamento nel nostro Paese - La Stampa

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