giovedì 5 marzo 2015

“Ti debbo ammazzare...”, reazione scomposta alla sanzione comunicata dal preside: condannato

Scontro frontale col preside della scuola. Casus belli è la sanzione disciplinare comminata nei confronti dell’uomo, che reagisce in malo modo. Eccessiva, però, la frase rivolta al dirigente dell’istituto: “Ti debbo ammazzare...”. Alla luce di queste parole è non discutibile la condanna per il reato di minaccia (Cassazione, sentenza 7262/15).

Il caso

Giudice di pace e giudice del Tribunale concordano sulla gravità della condotta tenuta dall’uomo, che ha rivolto una frase inequivocabile – “Ti debbo ammazzare...” – all’indirizzo del preside della scuola, come reazione alla comunicazione di una «sanzione disciplinare». Consequenziale la condanna, accompagnata dalla «pena di 40 euro di multa» e dall’obbligo del «risarcimento del danno a favore della parte civile». E tale visione viene ritenuta legittima anche dai giudici della Cassazione, i quali sottolineano la chiarezza della ricostruzione dell’episodio fatta tra primo e secondo grado, con richiamo al «contesto dell’istituto scolastico» e alle parole della «persona offesa» e di una «teste». Tutto ciò ha reso evidente la sostanza della «minaccia» verbale ai danni del «preside», minaccia che, è bene ricordarlo, si concretizza anche quando non emerge « timore nella vittima».

Fonte: www.dirittoegiustizia.it /La Stampa - “Ti debbo ammazzare...”, reazione scomposta alla sanzione comunicata dal preside: condannato

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