martedì 6 gennaio 2015

Riflettori sulla cassiera, l’agenzia investigativa ‘certifica’ le somme sottratte: licenziata

Operazioni poco chiare alla cassa. Da qui i dubbi e gli accertamenti – attraverso un’agenzia investigativa – della società proprietaria del supermercato nei confronti della cassiera. A controllo concluso, emerge la condotta scorretta della dipendente, la quale non ha provveduto alla registrazione di alcuni prodotti acquistati dai clienti, appropriandosi delle somme incassate. Non si può, dunque, contestare la decisione dell’azienda di licenziare la donna (Cassazione, sentenza 25674/14) «per giusta causa».

Come accennato, la cassiera era stata colta nel momento in cui si metteva in tasca le somme relative ad alcuni prodotti – confezioni di shampoo, in particolare –, acquistati dai clienti ma mai registrati alla cassa. Inevitabile la reazione della lavoratrice in bilico, che non accetta l’idea di dovere addirittura tornare a casa. E consequenziale è il ricorso in Cassazione, per contestare l’operato dell’azienda, colpevole, secondo la donna, di avere esagerato nei controlli sul suo operato come cassiera e nella sanzione adottata. Senza dimenticare, poi, aggiunge la donna, la «non tempestività della contestazione dell’addebito».

Tutte queste obiezioni si rivelano irrilevanti. Innanzitutto, alla luce della «avvenuta sottrazione delle somme non contabilizzate» – per giunta, «sottrazione reiterata a distanza di sole quarantotto ore» –, è lapalissiana, sottolineano i giudici del ‘Palazzaccio’, la gravità della condotta tenuta dalla cassiera, che «svolgeva funzioni di particolare delicatezza e responsabilità»: di conseguenza, è evidente il «venir meno del legame fiduciario», e, quindi, l’«impossibilità», per il datore di lavoro, di «confidare sull’affidabilità e sulla lealtà del dipendente». Già queste considerazioni sono sufficienti per confermare la legittimità del «licenziamento». A completare il quadro, però, va anche ribadita la correttezza dell’operato dell’azienda, poiché «sono leciti i controlli del datore di lavoro, a mezzo di agenzia investigativa, in ordine agli illeciti del lavoratore che non riguardino il mero inadempimento della prestazione» bensì, come in questa vicenda, «incidano sul patrimonio aziendale». Non a caso, i «controlli» messi in atto, ricordano i giudici, erano «diretti a verificare eventuali sottrazioni di cassa», quindi «a salvaguardare il patrimonio aziendale».

Fonte: www.dirittoegiustizia.it /La Stampa - Riflettori sulla cassiera, l’agenzia investigativa ‘certifica’ le somme sottratte: licenziata

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