sabato 10 gennaio 2015

Donna bagnata fradicia, colpevole un uomo armato di innaffiatoio: nessuna offesa

Parole non proprio cordiali – “Vedrai cosa ti succederà...” –, accompagnate dalla minaccia di utilizzare il tubo di gomma – di solito impiegato per innaffiare il giardino – per bagnare la vicina di casa. Davvero poco elegante il comportamento tenuto dall’uomo, protagonista negativo della vicenda. Ma, mettendo da parte il ‘bon ton’, è impensabile contestare il reato di ingiuria (Cassazione, sentenza 460/15).

Il caso

Ricostruito facilmente l’episodio approdato nelle aule di giustizia: un uomo è accusato di avere «leso il decoro» di una donna, «minacciando di cagionarle un danno» utilizzando il tubo di gomma per innaffiare «per bagnarla», per giunta gridando «“Vedrai cosa ti succederà...”, “Ti rimando da dove sei venuta!”». Per il Giudice di pace, però, nonostante le lamentele della donna, è inevitabile l’assoluzione dell’uomo. La decisione provoca la replica del Procuratore della Repubblica, che contesta le valutazioni del Giudice di pace, ricordando che un «brigadiere dell’Arma dei Carabinieri ha dichiarato di aver visto» l’uomo «spruzzare acqua contro la parte offesa».

Il «gesto», sostiene il Procuratore ricorrendo in Cassazione, «è qualificabile quale offesa contro la persona». Ma quest’ultima considerazione non viene affatto condivisa dai giudici del ‘Palazzaccio’, i quali affermano che «la condotta contestata» all’uomo, ossia «avere innaffiato» la donna, non integra «il delitto di ingiuria», poiché «tale gesto» non si presenta come «oggettivamente idoneo a ledere l’onore e il prestigio della persona offesa». A meno che, aggiungono i giudici, tale condotta non sia collocata – cosa non avvenuta in questa vicenda – in un contesto particolare, ad esempio in una situazione di «rapporti» conflittuali...

Fonte: www.dirittoegiustizia.it /La Stampa - Donna bagnata fradicia, colpevole un uomo armato di innaffiatoio: nessuna offesa

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