mercoledì 12 novembre 2014

Scarsa pulizia nel recinto dei cani: padrone condannato per lo sgradevole odore subito dai vicini

La passione per i cani è legittima, ma gli animali meritano rispetto, attenzioni e cure. Ciò per tutelare il loro benessere psico-fisico, ma anche per salvaguardare l’ambiente circostante, ossia vicini di casa e semplici passanti. Sono lecite, difatti, le lamentele delle persone angustiate non solo dal continuo abbaiare – anche notturno – dei ‘quattro zampe’, ma pure dai pessimi odori provocati dalla scarsissima pulizia dei recinti in cui essi sono tenuti ogni giorno. La condanna nei confronti del padrone degli animali è dunque una logica conseguenza (Cassazione, sentenza 45230/14).

Le contestazioni mosse nei confronti di un uomo sono precise: da un lato, «non provvedendo ad adeguata pulizia dei recinti in cui custodiva i propri cani» e del cortile circostante, «mantenendovi a lungo le deiezioni degli animali» provocava «esalazioni maleodoranti idonee a provocare molestie ai condomini» del vicino immobile, e, dall’altro, «non impedendo l’abbaiare e il latrare continuo, anche notturno, dei propri cani, disturbava le occupazioni ed il riposo dei vicini». Dalla ricostruzione della vicenda (attraverso testimonianze e ‘report’ dell’Azienda sanitaria locale) emerge, in maniera chiara, per i giudici di merito, la responsabilità dell’uomo, il quale viene condannato «alla pena di 200 euro di ammenda».

L'ottica è condivisa anche dai giudici della Cassazione, i quali ritengono fondamentale il quadro tracciato dalla persona che ha dato il ‘la’ alla battaglia giudiziaria: difatti, è stato acclarato che «il continuo abbaiare (di giorno e di notte) dei cani e l’odore determinato» dalle loro «deiezioni» erano «diventati talmente intollerabili» da spingere a chiedere l’intervento dei «vigili», dei «carabinieri» e addirittura del «sindaco». Ulteriore elemento decisivo, poi, il resoconto messo ‘nero su bianco’ dagli «organi competenti» dell’Azienda sanitaria locale, frutto di numerosi «sopralluoghi» che avevano consentito di «accertare la presenza di cinque cani, situati nelle immediate vicinanze dell’edificio condominiale confinante» e di accertare «l’odore sgradevole» capace di ammorbare la zona. Lapalissiana, quindi, la responsabilità del «padrone» degli animali, incapace, nonostante i ripetuti solleciti arrivatigli da più parti, di porre rimedio alla situazione, protrattasi per ben tre anni.

Fonte: www.dirittoegiustizia.it /La Stampa - Scarsa pulizia nel recinto dei cani: padrone condannato per lo sgradevole odore subito dai vicini

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