martedì 4 novembre 2014

Il giallo diventa rosso in neanche 4 secondi: l’automobilista non si ferma, multa legittima

Tempus fugit, dicevano saggiamente i latini. Tale ‘filosofia di vita’ vale anche alla guida della propria vettura, di fronte alla presenza e alla rapidità del semaforo, perché il brevissimo arco temporale di tre secondi nel passaggio da giallo a rosso è comunque sufficiente a consentire all’automobilista di fermare il proprio veicolo in sicurezza (Cassazione, sentenza 18470/14).

Nel caso in questione, l'auto era in corsa, con l'incrocio vicinissimo e il semaforo ancora giallo: il conducente aveva provato l’azzardo, proseguendo il proprio percorso, nonostante il giallo fosse diventato rosso.

Un rischio calcolato? Assolutamente no, almeno secondo la Polizia municipale, che ha sanzionato il conducente con un «verbale di accertamento». Ma il Tribunale non condivide, sottolineando «la circostanza che, sebbene per pochi centesimi di secondo, la luce gialla del semaforo (come risultato dai fotogrammi prodotti) aveva avuto una durata inferiore a 4 secondi, durata ritenuta generalmente da adottare su strade urbane» (secondo la nota del Ministero del Trasporti del luglio 2007). I giudici annullano il «verbale» della Polizia municipale.

Ma l’ottica ‘buonista’ adottata in Tribunale viene smentita completamente dai giudici della Cassazione: «in relazione ai tempi di permanenza dell’illuminazione semaforica gialla», l’automobilista «deve adeguare la velocità allo stato dei luoghi. Una durata di 4 secondi dell’esposizione della luce gialla non costituisce un dato inderogabile». La risoluzione del Ministero dei Trasporti (67906 del 16 luglio 2007) «nell’accertare che il Codice della strada non indica una durata minima del periodo di accensione della lanterna di attivazione gialla, regola il tempo minimo di durata di detta luce, che non può mai essere inferiore a 3 secondi». Elemento decisivo, soprattutto perché, evidenziano i giudici, secondo «uno studio del Cnr», pubblicato nel 2001 e «richiamato dalla risoluzione ministeriale, tre secondi costituiscono il tempo di arresto di un veicolo che proceda a una velocità non superiore ai 50 chilometri orari». Quindi, «una durata superiore» – proprio come in questa vicenda – è assolutamente «congrua». In sintesi, la condotta dell’automobilista è scorretta, perciò è legittimo il «verbale» della Polizia municipale.

Fonte: www.dirittoegiustizia.it/La Stampa - Il giallo diventa rosso in neanche 4 secondi: l’automobilista non si ferma, multa legittima

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