domenica 16 marzo 2014

Un coerede possiede in maniera esclusiva un immobile? Il silenzio degli altri congiunti fa di lui l’unico proprietario

Nessuna contestazione è stata mai mossa nei confronti del possessore, che ha goduto del bene in via esclusiva insieme alla moglie e alla figlia, facendo lavori e pagando le tasse: il proprietario è lui (Cassazione, sentenza 28346/13).

Il caso

Tre proprietari pro indiviso di 8/10 di un immobile, convenivano in giudizio altre 2 persone al fine di ottenere pronuncia di scioglimento della comunione ereditaria in relazione all’immobile stesso. La questione, però, arriva in Corte di Cassazione, dove i giudici - con la sentenza n. 28346/13 depositata il 18 dicembre scorso – si esprimono sul quesito di diritto proposto dagli attori. In pratica, viene chiesto alla S.C. se, «in presenza di comproprietà tra soggetti legati da vincoli parentali, l’accertamento del possesso esclusivo animo domini di uno di loro deve limitarsi all’accertamento di quanto questo abbia esattamente maturato anche solo all’approssimarsi del decorso del tempo necessario ad usucapire, o viceversa, deve estendersi all’accertamento che tale animo sia perdurato per l’intero tempo necessario ad usucapire e sia stato sin dall’inizio palesato o comunque reso riconoscibile agli altri comproprietari prossimi congiunti». Possedere in maniera esclusiva. La Cassazione, tuttavia, ritiene corretta la decisione della Corte di secondo grado, la quale aveva sottolineato che il coerede o il partecipante alla comunione può usucapire l’altrui quota indivisa della cosa comune estendendo la propria signoria di fatto sulla res communis in termini di esclusività dimostrando l’intenzione di possedere non a titolo di compossesso, ma di possesso esclusivo per il tempo prescritto dalla legge senza la necessità di compiere atti di interversio possesionis. Il congiunto si è sempre comportato come se fosse l’unico proprietario del bene. Nel caso di specie, infatti, nessuna contestazione è stata mai mossa nei confronti del possessore, che ha goduto del bene in via esclusiva insieme alla moglie e alla figlia. Senza contare che, tra l’altro, egli ha eseguito opere di ordinaria e straordinaria amministrazione, ha assolto nell’intero arco temporale tutti gli oneri fiscali gravanti sull’immobile e ha provveduto ad ottenere le autorizzazioni amministrative per la realizzazione delle notevoli migliorie. E i coeredi non hanno mai contestato. I ricorrenti, visto che non avevano mai contestato il fatto che nel comportamento del loro congiunto era ravvisabile un esercizio del possesso animo domini con la manifesta intenzione di non riconoscere nei confronti degli altri coeredi alcun diritto sul bene in questione, si sono visti rigettare in toto il ricorso dalla Cassazione.

Fonte: www.dirittoegiustizia.it /La Stampa - Un coerede possiede in maniera esclusiva un immobile? Il silenzio degli altri congiunti fa di lui l’unico proprietario

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