giovedì 23 gennaio 2014

Coppie di fatto, è un dovere l’aiuto economico alla compagna

Il sostegno economico all'interno di una coppia di fatto è un «dovere morale e sociale», soprattutto se uno dei due conviventi vive una condizione di «precarietà». Lo sottolinea la Cassazione, con la sentenza 1277/2014, accogliendo il ricorso di una donna che, per seguire in Cina l'allora convivente, aveva rinunciato al lavoro e alla propria carriera. L'uomo, durante gli anni di convivenza 'more uxorio’ durante i quali i due avevano anche avuto un figlio, le aveva corrisposto una somma mensile di un milione e 650mila vecchie lire, pretendendo, al termine della relazione, che gli fosse restituito tutto. I giudici del merito avevano dato ragione a lui, ma la Suprema Corte ha disposto un nuovo processo, sottolineando che «eventuali contribuzioni di un convivente all'altro vanno intese come adempimenti che la coscienza sociale ritiene doverosi nell'ambito di un consolidato rapporto affettivo che non può non implicare forme di collaborazione e di assistenza morale e materiale».

La motivazione

La prima sezione civile della Cassazione torna così su uno dei temi più dibattuti degli ultimi anni, quello delle 'coppie di fatto’, ribadendo «l'assenza di una completa e specifica regolamentazione giuridica, cui solo l'elaborazione giurisprudenziale e dottrinale ovvero una legislazione frammentaria talora sopperiscono». Nella giurisprudenza della stessa Corte, si ricorda nella sentenza, vi sono «significative pronunce in cui la convivenza more uxorio assume il rilievo di formazione sociale dalla quale scaturiscono doveri di natura sociale e morale di ciascun convivente nei confronti dell'altro». L'assistenza materiale tra conviventi, osservano i giudici di piazza Cavour, «nel rispetto dei principi di proporzionalità e adeguatezza, può affermarsi indipendentemente dalle ragioni che abbiano indotto l'uno o l'altro in una situazione di precarietà sul piano economico». Infatti, conclude la Cassazione, «il discrimine fra l'adempimento dei doveri sociali e morali quale può individuarsi in qualsiasi contributo tra conviventi, destinato al menage quotidiano, ovvero espressione, come nella specie, della solidarietà fra persone unite da un legame intenso e duraturo e l'atto di liberalità va individuato, oltre che nella spontaneità, soprattutto nel rapporto di proporzionalità fra i mezzi di cui l'adempiente dispone e l'interesse da soddisfare».

  © RIPRODUZIONE RISERVATA

Nessun commento:

Posta un commento

Responsabilità professionale medica, stop alle "liti temerarie" contro i medici

 Stop alle "liti temerarie" contro i medici: su 100 cause per responsabilità professionale, nel penale, solo il 5% porta a una con...