lunedì 18 novembre 2013

‘Nonnismo’ scolastico: ragazzo nigeriano preso d’assalto dai compagni nello spogliatoio. Nessuno scherzo: è razzismo

Obiettivo l’integrazione? Riconoscimento dello ius soli? Società multietnica? Tutti traguardi apprezzabili, e ambiziosi, ma tocca anche fare i conti colla realtà italiana... Fatta anche di episodi clamorosi di razzismo. Persino tra giovanissimi, anche in una scuola, laddove le espressioni poco gradevoli – eufemismo – utilizzate nei confronti di un ragazzo nigeriano non sono certo uno scherzo, né semplici offese, ma discriminazione a tutti gli effetti (Cassazione, sentenza 25870/13). A rompere equilibri precari, silenzi fatti di pudore, e clima vilmente cameratesco è l’episodio assolutamente deprimente di cui rimane vittima, a scuola, un ragazzo nigeriano: egli, «al termine di una partita», viene «schernito e fatto oggetto di sputi negli spogliatoi» e «poi portato a forza e costretto a restare nel ‘locale docce’, con i rubinetti aperti». Follia? Assolutamente no, perché, come acclarato nelle aule di giustizia, quel fattaccio è solo la punta dell’iceberg: il ragazzo, difatti, «nel corso dell’anno scolastico era stato abitualmente apostrofato con espressioni quali ‘negro di m...’». Di conseguenza viene ritenuta logica la contestazione dell’aggravante della «discriminazione» razziale rispetto ai reati di «ingiuria e violenza privati» addebitati ai bestiali «compagni di classe» che hanno preso di mira il ragazzo nigeriano. Ebbene, la linea di pensiero adottata nei primi due gradi di giudizio, viene, infine, confermata anche dalla Cassazione, che rigetta le osservazioni mosse da uno degli studenti autori delle offese. Secondo lo studente, in particolare, va valutata, piuttosto, la «plausibilità» dell’«ipotesi dello scherzo» per l’episodio accaduto nello spogliatoio, anche tenendo presente che le «ingiurie» in epoca precedente non erano a «sfondo razziale», poiché «non udite da terzi». Ma questa visione viene completamente demolita dai giudici della Cassazione, per i quali è assolutamente indiscutibile il ‘peso specifico’ del «contesto discriminatorio» – «creato nei mesi precedenti» all’episodio dello spogliatoio – «ai danni del compagno di classe, apostrofato abitualmente con l’epiteto ‘negro di m...’». E risibile viene ritenuta l’osservazione sul fatto che le offese non siano state «udite da terzi»: l’aggravante del razzismo, chiariscono i giudici, «è integrata quando l’azione si rapporti al pregiudizio manifesto di inferiorità di una razza, non essendo necessario che la condotta sia destinata, o, quanto meno, potenzialmente idonea, a rendere percepibile all’esterno – e quindi a suscitare – il riprovevole sentimento o, comunque, il pericolo di comportamenti discriminatori o di atti emulatori». Anche perché, aggiungono i giudici, ciò «comporterebbe l’irragionevole conseguenza di escludere l’aggravante in tutti i casi in cui l’azione lesiva si svolgesse in assenza di terze persone».

Fonte: www.dirittoegiustizia.it /La Stampa - ‘Nonnismo’ scolastico: ragazzo nigeriano preso d’assalto dai compagni nello spogliatoio. Nessuno scherzo: è razzismo

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